Siamo ancora nel pieno della battaglia contro il Covid-19, e subito si affaccia un’altra minaccia per il nostro paese: la febbre da topo, conosciuta anche come “hantavirus”. Da qualche settimana si sono registrati diversi casi in Slovenia ed uno anche in Italia, precisamente ai confini del Friuli Venezia Giulia nella zona di Aidussina e Tarnova.
Si tratta di un cittadino sloveno che vive e lavora in prossimità del confine italiano. Qualche giorno fa si è presentato presso il pronto soccorso di Gorizia, dove gli è stata diagnosticata la febbra da topo. Le sue condizioni sembrano non particolare gravi, ma è scattato l’allarme nella zona per evitare che possa diffondersi un’altra temibile malattia.
Cos’è la febbre del topo?
La febbre del topo fortunatamente è una malattia già nota che viene accuratamente descritta nella scheda del Ministero della Salute.
Il virus viene trasmesso dal roditore che lo elimina tramite le feci e l’urina. L’uomo può contrarre la malattia se:
- inala il virus rilasciato dagli escrementi o dall’urina dei topi;
- tocca il terreno contaminato;
- viene morso da un topo malato che trasmette il virus tramite la saliva.
Fondamentalmente il virus viene trasmesso tramite aerosol composto da particelle di urina, saliva ed escrementi. Il topo, una volta infettato, elimina il virus per tutto l’arco della sua vita.
Quali sono i soggetti più a rischio?
I soggetti più a rischio sono allevatori e forestali, che operano in campagne, boschi ed aree verdi, luoghi generalmente frequentati dai topi. Difficile che i roditori possano arrivare e nidificare in città, ma è comunque opportuno prestare particolare attenzione soprattutto nelle case non utilizzate spesso o nelle cantine, nei garage, nei magazzini, nei capannoni ecc.
I topi amano nidificare in luoghi umidi e molto bui, quindi vanno attenzionate le zone con queste caratteristiche. Olezzo penetrante, muri rosicchiati ed escrementi sparsi sono campanelli d’allarme da non sottovalutare assolutamente, poiché potrebbero indicare una colonizzazione in atto. Bisogna quindi tenere gli ambienti perfettamente puliti, contattando una ditta di disinfestazione se la situazione è più grave del previsto.
Come si trasmette la febbre da topo e come evitare il contagio?
La malattia fortunatamente non si trasmette da uomo a uomo, ma da animale a uomo. Per evitare il contagio, come suggerito dal Ministero della Salute, è opportuno adottare i seguenti comportamenti:
- non esporsi ai roditori ed in particolare ai loro escrementi;
- lavarsi frequentemente le mani, soprattutto per chi lavora o abita in zone dove i roditori possono nidificare;
- non sedersi a terra in zone potenzialmente contaminate;
- indossare la mascherina quando si procede alla pulizia delle aree contaminate;
- fare attenzione a non disperdere aerosol.
Queste sono indicazioni di massima da seguire attentamente. L’importante è mantenere gli ambienti puliti in zone potenzialmente pericolose. Le ciotole e le cucce di cani e gatti, dove possono restare residui di cibo, vanno igienizzate frequentemente per evitare che i topi possano essere attratti dagli odori.
Quali sono i sintomi?
I sintomi della febbre da topi possono variare sensibilmente da soggetto a soggetto. La malattia in alcuni casi risulta addirittura asintomatica: la persona ha contratto il virus, ma di fatto non avverte alcun sintomo. In altri soggetti invece la malattia può provocare danni molto seri, soprattutto in presenza di altre patologie pregresse.
Il virus ha un periodo di incubazione piuttosto lungo, che va dalle 2 alle 3 settimane, ma può arrivare tranquillamente fino a 6 settimane. Nelle zone dove c’è il rischio di diffusione della malattia, bisogna prestare la massima attenzione ai seguenti sintomi:
- febbre acuta accompagnata da trombocitopenia (carenza di piastrine nel sangue che aumenta il rischio di sanguinamento);
- mal di testa continuo ed anche molto forte;
- dolori addominali ed alla schiena.
Come curarla?
Non esistono vaccini specifici o trattamenti mirati e finalizzati a contrastare efficacemente questa malattia. Il Ministero della Salute spiega che la cura deve basarsi sulla terapia sintomatica che prevede i seguenti step:
- rapido trasferimento del paziente in terapia intensiva;
- monitoraggio continuo e gestione oculata dell’equilibrio elettrolitico;
- mantenimento dei livelli corretti di pressione arteriosa ed ossigeno;
- trattamento appropriato di eventuali infezioni secondarie.
Come già spiegato precedentemente la febbre scatenata dal roditore può scatenare altre patologie anche piuttosto gravi, soprattutto nei pazienti deboli. Prevenzione e immediata terapia sintomatica sono quindi le parole d’ordine per prevenire la contrazione e la diffusione del virus della febbre da topo.
Prevenzione con la derattizzazione
Il modo migliore per prevenire questo tipo di problema è quello di eliminare i topi con interventi di derattizzazione mirata. Meno si entra in contatto con questi roditori è meglio è per tutti.